L’INPS deve restituire molti soldi ai pensionati. Una sentenza stravolge l’interpretazione della normativa e i cittadini esultano.
Conoscete il divieto di cumulo tra retribuzione e pensione ossia l’impossibilità di poter lavorare dopo il pensionamento? Vige solo per alcuni scivoli ma ci sono novità da conoscere che potrebbero permettere di recuperare molti soldi.
La normativa italiana concede di cumulare pensione e reddito da lavoro a seconda dello scivolo utilizzato per il pensionamento e della tipologia di prestazione. La pensione di vecchiaia e la pensione anticipata permettono di riprendere il lavoro immediatamente, sia da dipendenti che da autonomi. Differente il caso delle Quote. Qui bisogna stare attenti perché bastano poche ore di lavoro per far perdere il diritto al trattamento previdenziale. Quota 100, Quota 102 e Quota 103, nello specifico, non permettono la cumulabilità tra stipendio e pensione fino al raggiungimento dei requisiti di accesso alla pensione di vecchiaia (67 anni di età).
L’incumulabilità, dunque, si applica nel periodo che intercorre tra la data di decorrenza della pensione e quella di maturazione del requisito anagrafico. Fanno eccezione i redditi derivanti da lavoro autonomo occasionale a condizione che non si superino i 5 mila euro all’anno lordi. Non rispettando queste direttive si sarà costretti a restituire tutto l’importo della pensione percepita. Quando è l’INPS a dover pagare?
Lavoro e pensione, quando l’INPS paga il rimborso
Le pensioni di oggi hanno importi bassi soprattutto se si opta per uno scivolo di pensionamento anticipato e si hanno pochi contributi maturati. Quando l’assegno è insufficiente per una qualità della vita soddisfacente è normale che il pensionato voglia lavorare per ottenere entrate extra. Eppure le Quote non lo permettono. Il problema è che anche un guadagno di poche centinaia di euro una tantum può far perdere la pensione.
L’esempio più chiarificatore riguarda il caso di un uomo che per guadagnare qualcosa ha fatto la comparsa in un film. Tale ruolo rientra nel lavoro subordinato. Di conseguenza fa decadere immediatamente il diritto alla pensione qualora l’uomo fosse andato in pensione con una delle Quote. Parliamo di un errore inconsapevole, di poche centinaia di euro e di un’occupazione di poche ore.
Ebbene questo errore è costato 24 mila euro ad un pensionato di Vicenza che ha fatto la comparsa in una serie TV. Fortunatamente il malcapitato si è rivolto il Giudice che ha valutato il guadagno (78 euro) irrisorio rispetto alle somme da restituire e ha deciso di bloccare la richiesta dell’INPS. Significa che in altri casi simili l’INPS potrebbe essere costretto a rimborsare le somme richieste indietro illegittimamente.